CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 15 giugno 2018, n. 15896 – Il presupposto imprescindibile è che per l’iscrizione alla gestione commercianti vi sia un esercizio commerciale, la gestione dello stesso come titolare o come familiare coadiuvante o anche come socio di s.r.l che abbia come oggetto un esercizio commerciale |
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Recuperare la tua busta paga con un passo |
RECUPERARE LA TUA BUSTA PAGA CON UN PASSO, SCEGLIENDO TRA TRE OPZIONI Come recuperare i crediti da lavoro Spesso il rapporto di lavoro tra dipendente e datore si conclude proprio perchè non viene pagata la retribuzione e poi possono seguire alcune controversie legali. Queste controversie riguardano proprio il recupero di crediti del lavoratore. Qui troverai alcuni consigli per ottenere i tuoi soldi con alcune semplici mosse. COSA FARE SUBITO PER RECUPERARE IL TUO CREDITO DA LAVORO?In un caso su due il contenzioso che nasce fra datore e dipendente serve proprio al recupero di crediti inerenti al Tfr che non sono stati pagati. Infatti capita che a volte il trattamento di fine rapporto non venga pagato dal datore di lavoro anche se vi sono state le dimissioni per giusta causa da parte del dipendente. Per queste ragioni, per ottenere il saldo del proprio Tfr, l'ex dipendente ha una sola possibilità: AGIRE SUBITO! 1. la prima che si può fare, spesso consigliata dai sindacati perchè inzialmente più economica, sta nel mettere in mora l'ex datore: si tratta di inviare una diffida con raccomandata a/r, intimando il pagamento di quanto dovuto. Ovviamente, anche in questo caso si deve quantificare l'importo dovuto e contestare il mancato pagamento al datore moroso; 2. purtroppo, con il peggioramento della crisi, la diffida ha poca fortuna e si rivela spesso una perdita di tempo con il conseguente peggioramento della possibilità di recuperare il credito del lavoratore; per questo è più utile procedere da subito in via giudiziale usando i cedolini insoluti (le buste paga) come riconoscimento di debito utile ad ottenere un titolo esecutivo verso il datore di lavoro che non paga: per fare questo è però necessario rivolgersi da subito ad un avvocato del lavoro esperto di recupero crediti di lavoro che attivi immediatamente quanto necessario: dopo aver verificato che il datore non sia fallito si potrà procedere con un ricorso per decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo e poi, dopo la notifica del precetto, con un istantaneo pignoramento in banca; questa scelta porta spesso ai migliori risultati nel recupero crediti di lavoro, con anche l'integrale rifusione delle spese legali, che restano a carico del datore di lavoro come da ordine del giudice; 3. se invece vi è stato il fallimento, l'avvocato immediatamente dovrà attivarsi con il curatore, depositando un’istanza di ammissione al passivo fallimentare, per avere l'insinuazione del credito del lavoratore allo stato passivo della procedura falimentare: in questo caso non servirà promuovere un'azione verso l'azienda. Devi però sapere che, in caso ammissione alla procedura concursuale fallimentare, è appositamente previsto dalla legge speciale che innanzitutto vengano pagati i crediti dei dipendenti, mentre vengono versati virtualmente anche i contributi, garantendo al lavoratore la più alta tutela. MA COSA FARE DOPO IL FALLIMENTO DEL DATORE?A. Oltre all'ammissione al passivo, e dimostrando di averla ottenuta, l'ex dipendente può poi rivolgersi all’Inps, chiedendo l’intervento del Fondo di Garanzia per ottenere il pagamento del Tfr e delle ultime tre mensilità: per ottenere la salvaguardia del Fondo di Garanzia dell'INPS si dovrà appunto produrre la propria preventiva ammissione alla procedura fallimentare per consentire all'istituto previdenziale di insinuarsi in regresso. B. Dopo l'ammissione al passivo, il pagamento dell'INPS può essere chiesto da ciascuno direttamente accedendo con il PIN personale alla propria pagina, o attraverso un apposito patronato (ACLI, CAFF CGIL etc.). Poichè il credito recuperabile presso l'INPS ammonta solo al TFR ed all'80% della paga base delle ultime tre mensilità, è sempre opportuno attivarsi quanto prima con il decreto ingiuntivo per testare che vi siano conti correnti del datore da pignorare (con provvista attiva da farsi assegnare dal giudice anche entro 30 giorni). Avrai capito che chi aspetta a tutelarsi, attenderà di più i propri soldi e vedrà scemare le possibilità di averli tutti. Quindi non restare fermo, agisci subito e contatta il Tuo avvocato del lavoro per non perdere tempo e non correre rischi. Avv. Alberto Vigani*** LO STUDIO SLTL FORNISCE ASSISTENZA E TUTELA LEGALE PER IL RECUPERO RETRIBUZIONI E TUTELA LAVORATORI ✔️ BUSTE PAGA non incassate; Contattaci subito per sapere come fare e non perdere i tuoi diritti: tel. +39 0421.232172 o+39 0421.232181; o seguici su Facebook. Ricorda che siamo operativi in tutto il Veneto ed il Friuli. |
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