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Indagine penale sul cantiere di via Roma PDF Stampa E-mail

Indagine penale sul cantiere di via Roma

VENEZIA.Nuovo atto ieri in tribunale a Venezia della guerra di perizie sul contestato cantiere di via Roma a Caorle. Stavolta c’è la certezza che sulla vicenda sta indagando la Procura di Venezia con il pubblico ministero veneziano Giorgio Gava. Il pm il 12 febbraio scorso ha depositato al giudice Marina Caparelli la richiesta di acquisizione di copia della consulenza tecnica d’ufficio redatta dall’ingegner Paola Rossi.
La novità ha ulteriormente movimentato l’udienza di ieri in tribunale a Venezia, dove la giudice Marina Capparelli ha condotto la sua ultima udienza di accertamento tecnico preventivo chiesto dai cittadini e che potrebbe in futuro sfociare in una causa. La giudice sarà sostituita, causa trasferimento, dal dottor Fidanzia.
 
In programma ieri il dibattito tra periti sulla consulenza tecnica d’ufficio redatta dall’ingegner Paola Rossi e contestata dal consulente dei danneggiati, Leopoldo Comparin, che si era già visto ammettere la sua controperizia. Consulenza quella della Rossi, ribadisce l’avvocato Alberto Vigani, «che risulta in ritardo visto che doveva essere consegnata il 20 febbraio ed incompleta perché indica solo una parte dei danni, pari a 99 mila euro, ascrivibili all’intervento edile ma non quantifica le responsabilità dovute ad opere strutturali o interventi di emungimento dell’acqua». L’ingegner Rossi ha risposto alle contestazioni dell’avvocato dei danneggiati ed ha spiegato al giudice di aver necessità di un ulteriore sopralluogo, che è stato concesso per mercoledì prossimo 5 maggio, per le ultime verifiche sul monitoraggio. La relazione finale dovrà essere consegnata entro il 23 giugno.
 
La stima dei danni vede una netta differenza nelle cifre. Poco meno di centomila euro stando alle prime indicazioni della Ctu mentre gli abitanti dei palazzi attorno alla costruzione di via Roma chiedono un risarcimento pari a 548 mila euro a cui vanno aggiunti sia gli interventi di sistemazione che l’eventuale conseguente deprezzamento degli immobili, chiarisce l’avvocato Vigani. Complessivamente, quindi si può parlare di una somma di 2 milioni di euro. (m.ch.)

 

la Nuova di Venezia — 29 aprile 2010   pagina 29   sezione: PROVINCIA

 
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