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Studio Consulenza Legale & del Lavoro - SLTL Avvocati in Venezia

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In breve

Non sussiste il pregiudizio economico per il mancato inserimento del nominativo nell’elenco telefonico di un’azienda sia sotto il profilo del danno emergente sia sotto il profilo del lucro cessante.
 
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Parlano di noi
Spiaggia, il Tar dà ragione al Comune PDF Stampa E-mail

ERACLEA. Zona Sa1, il Tar pone fine al lungo contenzioso sulla gestione della spiaggia centrale di Eraclea Mare. Il tribunale amministrativo, dopo una lunga battaglia legale ha chiuso l’intricata vicenda che per anni ha visto l'amministrazione comunale di Eraclea in contenzioso con alcuni privati per le concessioni demaniali. «Eraclea Beach S.r.l. è dunque la legittima concessionaria della spiaggia nel settore SA1», afferma l'avvocato Victor Rampazzo che ha assistito la società contro il ricordo proposto da Adriano Bonan, «la vicenda trae origine nel marzo del 2010, quando Eraclea Beach presentava all'amministrazione comunale una richiesta per l'ottenimento di una concessione demaniale sulla principale spiaggia di Eraclea Mare.

Successivamente Archisun e l'Ati di Adriano Bonan presentavano le loro domandi concorrenti. L'allora amministrazione comunale, guidata dal sindaco Teso, si era affidata alla consulenza dell'avvocato Alberto Vigani per avviare una gara selettiva dove è risultata vincitrice Eraclea Beach S.r.l..

La stessa, nell'aprile 2011, ha ottenuto l'assegnazione provvisoria. Bonan, non contento, ha presentato ricorso contro quel provvedimento amministrativo sostenendo inoltre l'illegittimità della procedura di selezione e contestando molte altre irregolarità».

Il 7 marzo 2012 l'amministrazione comunale con il nuovo sindaco Giorgio Talon ha assegnato in via definitiva la concessione a Eraclea Beach. Bonan ha fatto ancora ricorso. «Il Tar», conclude l'avvocato, «con sentenza depositata il 24 settembre 2013 ha respinto tutti i motivi di doglianza del ricorrente asserendo come le amministrazioni comunali succedutesi nel tempo abbiano correttamente applicato la legge e legittimamente assegnato in via definitiva la concessione demaniale a Eraclea Beach». (g.ca.)

Da La Nuova Venezia

 
L'avvocato Vigani ad Antenna3 PDF Stampa E-mail
L'avvocato Alberto Vigani commenta su Antenna3 la chisura dei tribunali territoriali spiegando i disservizi a cui andrà incontro la cittadinanza.

▶ TRIBUNALI DOMANI SI CHIUDE: l'avvocato Alberto Vigani al TG di Antenna3 from Art. 24 Cost. on Vimeo.

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Azione di contrasto alla violenza con le donne PDF Stampa E-mail

AZIONI DI CONTRASTO ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE, INCONTRO A SAN DONÀ

Data: 
17/12/2012 - 15:30
Per promuovere il protocollo d'intesa tra Provincia e Ordine degli avvocati

 

Venerdì 14 dicembre nell'auditorio del centro culturale “Leonardo Da Vinci” a San Donà di Piave (piazza

Indipendenza) è stato presentato il protocollo d’intesa attuato dalla Provincia di Venezia, fortemente voluto dalla presidenteFrancesca Zaccariotto e dal Consiglio dell’ordine degli Avvocati di Venezia per lo svolgimento di attività di consulenza legale gratuita alle donne vittime di violenza.

 

All’incontro intitolato “Come rendere concrete le garanzie, i diritti delle donne e il contrasto alla violenza di genere” sono intervenuti Giacomo Grandolfo assessore alle Pari Opportunità della Provincia di Venezia, Victor Rampazzo consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Venezia, Alberto Vigani segretario Camera Avvocati di San Donà, Roberta Nestoconsigliere provinciale, avvocato, responsabile del progetto, Maria Elena Tomat  presidente della Commissione Pari opportunità della Provincia di Venezia.

 

Nel portare i saluti della presidente della Provincia FrancescaZaccariotto, l’assessore Grandolfo ha dichiarato:  «La Provincia di Venezia continua nella sua opera di  sensibilizzazione e promozione di comportamenti rispettosi delle donne.

A fine novembre il Consiglio provinciale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per sostenere l’azione promossa dalla Provincia relativamente all’istituzione di un protocollo di intesa tra la Provincia di Venezia e il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Venezia per lo svolgimento di attività di consulenza legale gratuita alle donne vittime di violenza. Occorre riflettere insieme, nel rispetto dei ruoli. La nostra azione continuerà dando massima visibilità all’iniziativa, soprattutto nei Comuni che possono utilizzare a pieno questa risorsa preziosa, e ampliare l’offerta con disponibilità di supporto, sensibilità e apertura.

Credo che un problema complesso come quello del contrasto alla violenza contro le donne possa essere efficacemente affrontato solo attraverso uno sforzo corale e un lavoro di rete. Mi auguro che iniziative importanti possano generarne altre per rendere concrete garanzie e diritti delle donne. La finalità ultima è debellare qualsiasi tipo di violenza che rappresenti un ostacolo sulla via dell’uguaglianza e dello sviluppo. Il patrocinio gratuito, che riusciamo a garantire, è un servizio importante, è un formidabile strumento di aiuto pratico, perciò è bene che sia conosciuto  anche a livello locale. Il nostro impegno è mettere in campo azioni concrete di prevenzione e per la difesa delle donne».

Consigliere Victor Rampazzo: «Il compito di questo protocollo è quello di svolgere una funzione di tutela diretta alle fasce più deboli della popolazione, da situazioni che vanno oltre i limiti della liceità. Prevenire queste situazioni e offrire una capillare assistenza a chi è colpito da questi odiosi reati, è il nostro impegno. Per l’Avvocatura, iniziative di questo tipo sono un modo per tornare alla vera natura della propria funzione, cioè la tutela del cittadino e dei suoi diritti mettendo a disposizione la necessaria professionalità».

 

Presidente Maria Elena Tomat: «La violenza domestica non è un fatto privato. Contrastare il fenomeno con azioni di prevenzione vuol dire agire per un cambiamento culturale. La commissione provinciale si è mossa in questa direzione; ha operato, per esempio, in ventisette classi di scuole della provincia per proteggere la vita e la libertà delle donne. Abbiamo il dovere morale di dare delle risposte concrete».

 

Consigliera Roberta Nesto: «Il protocollo che abbiamo promosso con l’Ordine degli Avvocati è un punto di arrivo ma anche di partenza. Lo sportello in difesa della donna ha preso avvio lo scorso settembre ed ora è un fatto concreto che va promosso sempre di più. Il nostro grazie va agli avvocati che si stanno impegnando in questa attività con grande competenza e professionalità.E’una prima occasione che può essere mutuata anche per altre occasioni».

 

http://web.provincia.venezia.it

 
La giustizia bloccata strozza l'economia PDF Stampa E-mail
Da REPUBBLICA

Tanti miliardi di euro in fumo
La giustizia bloccata strozza l'economia

Per Confindustria basterebbe abbattere i  tempi del 10 per cento per guadagnare quasi un punto di Pil ogni anno: qualcosa come 13/14 miliardi.  Lo studio delle Banca mondiale e i dati della Confartigianato. "Se in Germania oppure in Francia si può risolvere una controversia commerciale in un terzo del tempo, è comprensibile che si decida di investire poco in Italia", spiega Mariano Bella, direttore dell'Ufficio Studi di Confcommercio

ROMA - La crisi della giustizia ci costa cara anche in termini economici.  E non caso si è occupata della situazione anche la Banca Mondiale calcolando nel suo rapporto "Doing Business 2013" che da noi occorrono 1.210 giorni per tutelare un contratto, 692 giorni in più  -  equivalente a un anno dieci mesi e 27 giorni  -  rispetto alla media dei Paesi avanzati. Risultato: l'Italia che produce, commercia e fa business, soffre il mancato funzionamento della giustizia civile, pagandolo in termini di minori investimenti, di immobilizzo di capitali e di ricorso al sistema bancario. Quanto si perde? Almeno 2,7 miliardi di euro stando ai dati forniti da Confartigianato.  "I ritardi della giustizia civile frenano l'economia, facendo perdere al Paese un punto di Pil all'anno" valutò due anni fa l'allora governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi. Concetto rispolverato di recente dal ministro della Giustizia Paola Severino dopo che anche l'Europa aveva lanciato l'allarme durante la visita nel luglio 2012 del commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Nils Muižnieks. Per il Centro Studi di Confindustria basterebbe abbattere del 10 per cento i tempi di risoluzione delle cause per guadagnare lo 0,8 per cento del Pil ogni anno: insomma qualcosa come 13/14 miliardi di euro.


Eppure in base al rapporto 2012 del Cepej, (European Commission for the Efficiency of Justice) del Consiglio d'Europa, la spesa per la giustizia civile in Italia è in linea con la media degli altri paesi: poco più di tre miliardi di euro, pari allo 0,20 per cento della spesa pubblica complessiva (in Europa siamo intorno allo 0,24 per cento). Lo Stato italiano investe 50,3 euro per abitante contro i 37 della media europea. Ovvero il 36 per cento in più.
Di fronte a una spesa pubblica in linea con le medie internazionali, abbiamo circa il 50 per cento in meno dei giudici e del personale amministrativo e, prima dei recenti accorpamenti, il 21 per cento in più di tribunali.

"Se in Germania oppure in Francia, a parità di condizioni, si può risolvere una controversia commerciale in un terzo del tempo, è comprensibile che si decida di investire poco in Italia", spiega Mariano Bella, direttore dell'Ufficio Studi di Confcommercio. "Nel nostro Paese  -  prosegue  -  sono 41 le procedure che un tribunale deve avviare per fare rispettare un contratto: nel Regno Unito solo 28". E in effetti alcuni osservatori spiegano che una quota rilevante delle imprese che pure ritiene di aver ragione preferisce trovare un accordo extra giudiziale e, secondo i dati dell'indagine Invind della Banca d'Italia, in media rinuncia al 36 per cento della somma dovuta pur di non andare in giudizio.

Nel bilancio dello Stato si è infine consolidata negli ultimi anni anche una nuova voce di spesa: il "debito Pinto", dal nome della legge del 2001 che ha introdotto il diritto per il cittadino, che ha in corso una causa da più di 3-4 anni, di ottenere un risarcimento in seguito alla violazione della Cedu (Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali). "Negli anni lo Stato ha visto moltiplicarsi le richieste di indennizzo", spiega l'avvocato Alberto Vigani, autore di una breve guida online per ottenere il risarcimento. Vigani punta l'attenzione sui ritardi nei pagamenti e sul pericolo che nei prossimi anni il debito possa aumentare. In seguito ai numerosi reclami, infatti, la pubblica amministrazione italiana è stata già condannata a pagare, per il periodo compreso tra il 2001 e il 2009, più di 300 milioni di euro di risarcimenti.

 
di RICCARDO DI GRIGOLI
Da REPUBBLICA

23 aprile 2013

 
Eraclea, il caso Valle Ossi in Consiglio: «Per noi è tutto ok» PDF Stampa E-mail

Eraclea, il caso Valle Ossi in Consiglio: «Per noi è tutto ok Il sindaco Talon difende l’operato dell’amministrazione, l’ex Teso rilancia la validità del progetto.

La società: «Avanti senza Montresor»Mercoledì 30 Novembre 2011,

ERACLEA - In venti minuti il Consiglio comunale di Eraclea ha archiviato ieri sera la "pratica" valle Ossi.

Il sindaco Talon ha sostanzialmente difeso la bontà dell’operato del Comune e degli uffici (anche in merito alla riscossione dell’Ici) e lo stesso ha fatto l’ex sindaco Teso che ha parlato del progetto come di una opportunità di sviluppo per Eraclea.

Sulla questione, prima del Consiglio di ieri era intervenuto l'avvocato Alberto Vigani, legale dell'Amministrazione Graziano Teso: «Il progetto Valle Ossi certamente non si ferma in quanto Numeria, società che lo promuove, non è condizionabile dalle vicende di un singolo socio, per quanto importante, come può essere Giovanni Montresor.

Come Sgro Numeria sta promuovendo la valorizzazione di un decina di operazioni tipo Valle Ossi. Tra l'altro per Valle Ossi un 20 per cento di capitali arriva da risparmiatori di Jesolo, tutta gente per bene, e a rappresentare la società c'è una figura esemplare come l'avvocato Vincenzo Pellegrini, figlio di Pilade ex sindaco di Caorle. Gente del posto, quindi. che non arriva dal Lussemburgo».

Per la questione dell'Ici e della Via non effettuata, Vigani si appella allo stato di diritto. «Montresor e la Numeria - spiega Vigani- contro le cartelle esattoriali dell'Ici si sono avvalsi della possibilità di ricorrere alla giustizia tributaria attraverso la quale si è arrivati ad un concordato. Per quanto riguarda la Via, che come ha sostenuto il professor Giovanni Campeol, docente di valutazione ambientale strategica all'Iuav, in questa fase non è necessaria, c'è da osservare che la lettera della Provincia è arrivata in ritardo, ovvero quanto l'approvazione del Piano urbanistico attuativo si era consolidato e non più modificabile».

 
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