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Studio Consulenza Legale & del Lavoro - SLTL Avvocati in Venezia

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In breve

Imputazione del pagamento agli interessi - art. 1194 Codice Civile

Il debitore non può imputare il pagamento al capitale, piuttosto che agli interessi e alle spese, senza il consenso del creditore. Il pagamento fatto in conto di capitale e d'interessi deve essere imputato prima agli interessi. Il pagamento parziale, in acconto, effettuato per adempiere un debito costituito da capitale e interessi, va imputato prima agli interessi.

 
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Parlano di noi
Teso vince la causa, non era diffamazione PDF Stampa E-mail

ERACLEA.

Diritto di critica politica, il sindaco Teso vince la causa intentata da Stefano Boso che dovrà rifondere per 9 mila euro di spese legali il sindaco. Nei giorni scorsi la sentenza è passata definitivamente in giudicato.

Secondo il Tribunale sandonatese, è confermato il legittimo esercizio della critica politica da parte del sindaco nei confronti del suo oppositore. Era l’anno 2005 quando il sindaco, che presto sarebbe stato fatto cadere dal gruppo di ex componenti la sua maggioranza, diede tra le altre cose del «Giuda» a Boso.

«Il sindaco- afferma il suo legale Alberto Vigani - pur contemplando toni aspri e di disapprovazione più pungenti rispetto a quelli comunemente adoperati nei rapporti interpersonali tra cittadini, non ha mai palesemente travalicato i limiti. Quando il sindaco diede del «Giuda» al Boso era coperto dal diritto di critica politica che trae origine dall’intendimento di portare a conoscenza della pubblica opinione la scelta dell’ex assessore di firmare le proprie dimissioni e causare il commissariamento del Comune, nonostante nella giunta di poche ore prima avesse dichiarato che non vi erano problemi.

Nessun rilievo aveva poi che la circostanza che la frase sia stata pronunciata in chiesa: si trattava infatti di funzione civile, tenutasi al chiuso per ragioni climatiche». (g.ca.)

 13 maggio 2011 —   pagina 41   sezione: Provincia - La Nuova Venezia

 
Campi sportivi vietati: è l’ora delle polemiche PDF Stampa E-mail

Campi sportivi vietati: è l’ora delle polemiche

Eraclea. Domenica 9 Gennaio 2011, Sconcerto e polemiche in riva al Piave per l'iniziativa del vicesindaco Santina Zanin di chiudere gli impianti sportivi dopo che la prefettura ha sollevato telefonicamente dubbi sulla documentazione relativa ai certificati dei prevenzione incendi.

E se personalmente tutti, anche l'opposizione politica, sono solidali con lei, costretta ad assumere il necessario provvedimento cautelare, dall'altro se ne contesta la portata.

«L'Asd Eraclea Crepaldo - scrive in una nota la società - a seguito dell'ordinanza di sospensione temporanea delle attività sportive esprime preoccupazione per le attività agonistiche in corso.

Rileva peraltro che questo provvedimento amministrativo, sopportato solo da un colloquio telefonico con la prefettura e non da una comunicazione ufficiale, sia limitato agli impianti sportivi di via Largon e non per tutti i i campi sportivi». «Ci si augura - conclude la nota - che ancora una volta non sia una discrezionalità atta a colpire la nostra società».

Butta acqua sul fuoco il legale del Comune di Eraclea, l'avvocato Alberto Vigani. «L'ordinanza - spiega l’avvocato - ha un significato assolutamente cautelare, è un provvedimento assunto nel dubbio che il certificato di agibilità degli impianti di via Largon, regolarmente rilasciato lo scorso marzo, non comprenda anche quello di prevenzione incendi che non è stato al momento rinvenuto.

Solo con l'intervento della Commissione di vigilanza si potranno chiarire bene i termini della questione. C'è infine da osservare che l'Asd Eraclea Crepaldo non paga un subaffitto all'Asd Nuova Eraclea per l'utilizzo degli impianti, ma semplicemente un rimborso spese per i servizi di manutenzione, preparazione e pulizia».

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Caorle: danneggiati in attesa del risarcimento PDF Stampa E-mail

Lunedì 10 Gennaio 2011, CAORLE

Piruea di Via Roma: le ditte responsabili dei danni non hanno ancora risarcito i danneggiati. Inaugurato il municipio e messi in vendita (a prezzi esorbitanti) gli appartamenti costruiti all'interno dell'"ecomostro", non c'è però ancora pace per i proprietari degli immobili danneggiati dai lavori di costruzione.

La lunga battaglia giudiziaria che ha visto opposti da una parte i danneggiati, rappresentati dall'avvocato Alberto Vigani di Eraclea, e dall'altra le ditte costruttrici sembra, dunque, ancora lontana dall'essere archiviata.

Il Tribunale di Venezia ha infatti rilevato, al termine del procedimento di accertamento tecnico preventivo promosso dai residenti di via Roma, la presenza di danni per un valore di circa 100mila euro.

Si tratta di una somma senz'altro inferiore rispetto a quanto ipotizzato all'inizio, oltre un milione di euro, ma è certamente un danno consistente di cui le ditte esecutrici dei lavori sono state riconosciute responsabili. «Ad oggi - spiega l'avvocato Vigani - ancora non sono giunte proposte risarcitorie ai residenti di Via Roma». Con buona pace di quanto promesso una volta terminato il procedimento giudiziario.

Riccardo Coppo


IL GAZZETTINO DI VENEZIA

Nota sul copyright: ogni diritto di legge sulle informazioni fornite da Il Gazzettino S.p.A. editrice de "Il Gazzettino" spetta in via esclusiva a Il Gazzettino S.p.A.

 

 
I costi del divorzio PDF Stampa E-mail

Un’indagine sulle cifre delle separazioni. E la realtà potrebbe essere più nera

Avvocato, psicologo, assegni di mantenimento, nuovi mutui.Divorziare è molto costoso in Italia, visto che tra una cosa e l’altra si può arrivare a spendere fino a 23 mila euro.Eppure nel nostro Paese le coppie scoppiano sempre di più: secondo gli ultimi dati Istat, negli ultimi tredici anni separazioni e divorzi sono più che raddoppiati. Se nel 1995 si verificavano 158 separazioni e 80 divorzi ogni mille matrimoni, nel 2008 si arriva a 286 separazioni e 179 divorzi, con una durata media dell’unione di 15-18 anni. Ma quanto costa divorziare?  

Spesa minima di 3.300 euro. Dire addio è molto costoso. Stando a un’indagine condotta dall'associazione di consumatori Adoc, la spesa minima per una separazione consensuale è di 3.300 euro, che comprende consulenza legale (1300 euro la tariffa minima) e il riacquisto dei prodotti prima utilizzati in coppia, come elettrodomestici e accessori vari (circa 2000 euro). Quando poi si arriva al divorzio, si aggiungono spesso spese extra, come quelle per le sedute dallo psicologo (in media 900 euro per dieci sedute), assegno di mantenimento (550 euro al mese), un nuovo mutuo da accendere (600 euro al mese) e un buon servizio di piatti (650 euro) andato in frantumi durante le litigate. Totale: poco meno di 23 mila euro in un anno.  

In realtà, i dati reali potrebbero essere ancora più allarmanti rispetto a quelli diffusi dall’Adoc.“L’avvocato ha costi molto elevati – commenta Franco Zanetti, ideatore di “Ex - punto e a capo”, la prima fiera dedicata a chi divorzia che si è svolta lo scorso maggio a Milano – e spesso 3000 euro sono la cifra minima per arrivare davanti al giudice, senza alcuna complicazione o successiva sentenza”. E i tremila euro possono essere complessivi ma anche raddoppiare se gli avvocati a cui ci si affida sono due. “La decisione di separarsi è costosa, non solo emotivamente – riprende Zanetti – tanto che, in occasione della nostra fiera, l’avvocato Alberto Vigani aveva spiegato che in determinati casi è possibile avvalersi del gratuito patrocinio anche per queste pratiche”. Stesso discorso per l’assegno di mantenimento, che variando in base alla singola condizione economica dei coniugi coinvolti può essere superiore (o inferiore) ai 550 euro ipotizzati dallo studio.  

Problema casa. Secondo l’indagine Adoc, la separazione comporta anche un problema abitativo: se nel corso del matrimonio i coniugi non hanno acquistato una casa oppure se il mutuo non è ancora stato estinto, raramente l’ex famiglia riesce a condividere lo stesso tetto. Madre e figli vivono con lo stipendio materno che si attesta, in media, sui 1400 euro. L’ex marito, invece, ha problemi più seri. Il suo reddito medio è di 1800 euro, ma gli restano, dedotto il mutuo, circa 1100 euro. Spesso si ritrova a vivere in coabitazione con colleghi di lavoro, amici, parenti e a volte i genitori.  

“A dire il vero – spiega Zanetti – è molto difficile ‘dare i numeri’ su argomenti come questo. Teniamo conto che il costo di una casa, in acquisto o in locazione, varia molto rispetto alla tipologia ma anche alla città. In più, riacquistare tutto ciò che occorre per viverci è un po’ come ricominciare da capo: i 2000 euro ipotizzati possono rappresentare chi resta nella casa coniugale e deve semplicemente ricomprare i pezzi portati via dall’ex”. Ma se i “single di ritorno” devono riordinare la propria vita con computer, tv, elettrodomestici, biancheria e mobili i conti a spanne sono decisamente più salati.  

I tempi necessari. Oltre alla spesa, per lasciarsi occorre anche tempo. In media, si va dai tre ai sette mesi necessari per una separazione consensuale (quella in cui i coniugi si separano di comune accordo e regolano tra loro ogni questione, come diritti patrimoniali, mantenimento, diritti di visita e mantenimento dei figli, assegnazione della casa coniugale) ai circa 2-3 anni della separazione giudiziale, dove spetta al tribunale decidere ogni cosa. Trascorsi tre anni dal giorno della separazione, è possibile avviare le procedure per ottenere il divorzio: anche in questo caso la scelta del divorzio congiunto abbrevia notevolmente i tempi della procedura (circa 4-5 mesi contro gli almeno 2 anni del divorzio giudiziale). In definitiva, conti alla mano e tempi ipotetici, meglio quando un cuore rimane unito piuttosto che spezzato. Oltre a qualche battito in meno, ci si perde in tutti i settori.
 
Giulia Ventura

Articolo comparso su www.vivereinarmonia.it 

 
Archisun risarcirà le spese legali al Comune di Eraclea PDF Stampa E-mail
“ARCHISUN” RISARCIRA’ LE SPESE LEGALI AL COMUNE

ERACLEA. Guerra delle concessioni in spiaggia, il Comune (assistito dall'avvocato Alberto Vigani) si aggiudica il round giudiziario contro Archisun Srl. E condanna la società concessionaria al risarcimento delle spese giudiziarie in favore dell’ente locale per un ammontare vicino ai quattromila euro.

A stabilirlo è stata la sentenza emessa lo scorso 7 ottobre dalla sezione staccata del Tribunale di Venezia contestualmente alla dichiarazione, espressa dal giudice Viviana Mele, del difetto di giurisdizione del giudice ordinario con riferimento alla controversia tra l’Amministrazione del sindaco Graziano Teso e la Archisun. La competenza sulla controversia rientra infatti tra quelle che spettano alla giurisdizione amministrativa.

L’Archisun Srl, concessionaria di un tratto di arenile ad Eraclea, aveva proposto azione davanti al tribunale civile di Venezia riproponendo, nella sostanza, istanze analoghe a quelle già proposte in precedenza davanti al Tar del Veneto. Delle otto richiesto formulate da Archisun ai giudici amministrativi risulta accolta solo quella riguardante la mancata collaborazione tra il Comune di Eraclea e quello di Jesolo nell’iter di approvazione del progetto delle opere da realizzare sull’arenile.

Tra le richieste presentate da Archisun anche quella relativa al risarcimento dei danni: l’istanza è stata rigettata.

 IL GAZZETTINO DI VENEZIA - VENERDI’ 19.11.2010

Nota sul copyright: ogni diritto di legge sulle informazioni fornite da Il Gazzettino S.p.A. editrice de "Il Gazzettino" spetta in via esclusiva a Il Gazzettino S.p.A.

 

 
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